SLC CGIL Servizi Postali: Poste Italiane, patrimonio di tutti.

📩 Poste italiane detiene una fetta cospicua del patrimonio del Paese. Lo fa soprattutto attraverso la gestione del risparmio, l’archiviazione di dati sensibili e la rete logistica. Quale impatto avrebbe la svendita dell’azienda su queste tre ‘casseforti’ del nostro benessere?

📈 Fin dalla nascita dello Stato italiano, Poste raccoglie il Risparmio dei cittadini attraverso Cassa Depositi e Prestiti. Una gestione sicura, perché garantisce buoni rendimenti, senza mettere a repentaglio i risparmi di milioni di famiglie. Il 60% delle risorse in pancia a CDP (oltre 240 miliardi) proviene dalla raccolta postale ed è utilizzata per finanziare infrastrutture, grandi opere e piccola imprenditoria. In sostanza, grazie al risparmio postale lo Stato sostiene settori strategici della nostra economia.

📲 Più di recente, Poste è diventata la più grande azienda digitale e il più grosso gestore di dati personali del Paese. Si pensi ai dati generati dalle attività degli uffici postali o a quelli legati alle identità digitali (SPID) rilasciate da Poste Italiane (c.ca 25 milioni). Ma anche all’infinità di dati raccolti nella campagna vaccinale anti-Covid e nell’erogazione di servizi per la Pubblica Amministrazione, senza scordare i dati necessari al recapito di corrispondenza e pacchi. In caso di svendita ai privati, come garantire che nessuno, oltre lo Stato, metterà le mani sui dati personali di milioni di italiani?

📦 Infine, solo @posteitaliane può implementare le infrastrutture necessarie a spedire pacchi e corrispondenza lungo tutta la penisola. Grazie al Servizio Universale, Poste garantisce a ogni cittadino, indipendentemente dal luogo in cui vive, l’accesso all’e-commerce e a tutti i servizi di recapito. Un impegno molto oneroso e poco remunerativo che, sotto la pressione degli interessi privati, verrebbe ulteriormente ridotto, con ripercussioni negative sulla qualità del servizio.

📣 Ecco perché come Slc Cgil lottiamo affinché il governo non svenda al mercato ulteriori quote di Poste Italiane e tenga al sicuro questo patrimonio prezioso dei cittadini.

#slccgilnazionale#posteitaliane#teniamociposte

SLC CGIL Servizi Postali:Poste Italiane, sfiorata la tragedia per l’ennesimo infortunio sul lavoro, buona guarigione Angelo.

📦 Abbiamo scampato il peggio, ma è stato un puro caso. Perché se il carrello del centro di smistamento di Poste Italiane a Brescia fosse stato al massimo della capienza, a schiacciare il corpo del lavoratore che ieri lo movimentava sarebbero stati 300 kg di peso. Un impatto letale.

😡 Il nostro sospiro di sollievo per il collega, che riporta gravi ferite ma non è in pericolo di vita, non stempera la rabbia per la dinamica dell’infortunio. Erano mesi che la SLC – Cgil Brescia denunciava la pericolosità dei roll container usati in quel centro di smistamento (perché privi di freno di stazionamento) e ne chiedeva il bando.

🔎 Doveroso usare il condizionale e attendere gli accertamenti del caso, ma ad una prima ricostruzione parrebbe quindi che l’incidente sia avvenuto anche in conseguenza delle lacune sulla sicurezza lamentate da tempo dal nostro sindacato.

✊🏽 “La Segreteria nazionale è al fianco delle nostre strutture territoriali di Brescia e della Lombardia, – scrive in una nota il Segretario nazionale Slc Cgil, Nicola Di Ceglie – e di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori di Brescia nel rivendicare la massima sicurezza. Sosteniamo lo sciopero e seguiremo con attenzione lo sviluppo della vicenda. È necessario chiarire quanto prima l’effettiva dinamica dei fatti e realizzare immediatamente tutti gli interventi necessari perché incidenti così non avvengano più”.

#sicurezzasullavoro

SLC CGIL Servizi Postali: Poste Italiane, un ruolo sociale da difendere.

📩Poste Italiane ha una presenza capillare su tutto il territorio nazionale: i 12.755 uffici postali sono distribuiti su tutti i 7.896 Comuni del nostro Paese. Questo li rende dei veri e propri presìdi dello Stato, ruolo di fondamentale importanza non solo nelle città e nei maggiori centri abitati, ma soprattutto nelle frazioni periferiche, nei piccoli comuni, nelle comunità montane, e in tutte quelle aree in cui lo spopolamento rischia di privare i cittadini di qualsiasi punto di riferimento.

🗂 Circa il 70% dei Comuni italiani è infatti costituito da realtà con meno di 5mila abitanti. In queste, spesso, l’unico servizio garantito è quello postale e gli uffici postali rappresentano l’unica possibilità di accedere fisicamente ai servizi della pubblica amministrazione. Ebbene sì: accanto ai servizi postali, finanziari, logistici, assicurativi e di telecomunicazione, presso gli uffici di Poste si può anche ottenere il rilascio di alcuni certificati anagrafici e previdenziali, il passaporto, e altri servizi per conto di PA ed enti locali.

⚠️ Finché Poste Italiane rimarrà a controllo pubblico, continuerà ad assicurare la presenza dello Stato in ogni angolo della penisola. Al contrario, l’ingresso di ulteriori capitali privati imporrebbe all’azienda le logiche del profitto, anteponendole agli interessi delle comunità. Svendere Poste vorrebbe dire alterarne irrimediabilmente la stessa natura. Il rischio di abbandono del territorio diventerebbe altissimo, e l’arretramento dello Stato sarebbe scontato.

📣 Ecco perché come Slc Cgil lottiamo affinché il governo non svenda al mercato ulteriori quote di Poste Italiane ad oggi in suo possesso e preservi, invece, il ruolo sociale dell’azienda.

#teniamociposte

SLC CGIL Servizi Postali: Poste Italiane, davvero svendere non cambia la Governance ?

Nel mirino delle dismissioni statali finisce anche Poste Italiane. Dopo il colpo inferto nel 2016 dal governo Renzi, il mese scorso l’attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha confermato l’intenzione di ridurre il ruolo dello Stato nella governance della più grande azienda italiana.

Intenzione che ha da subito sollevato la netta contrarietà di Slc-Cgil, per ragioni tanto economiche, quanto sociali. Alle nostre obiezioni, ci siamo sentiti rispondere che la svendita di altre quote azionarie di Poste, ora in mano pubblica, non avrebbe conseguenze sulla governance dell’azienda. Ad oggi il primo azionista è CDP Cassa Depositi e Prestiti con il 35%, segue il Ministero dell’Economia e delle Finanze con una quota di partecipazione pari a poco più del 29%. Il Governo sostiene che se il Mef vendesse tutte le sue quote – ipotesi al momento più accreditata – lo Stato resterebbe comunque primo azionista con la maggioranza relativa del 35% di Cdp e, a livello di governance, dunque anche di piano industriale, non cambierebbe nulla.

E invece no. In primo luogo, perché Cdp è sì controllata dal Mef, ma non è la sua gemella. Al proprio interno infatti ha anche una percentuale di Fondazioni bancarie e altri soggetti economici e finanziari, perciò è portatrice di interessi più eterogenei rispetto ad un ministero.

In secondo luogo, con l’aumento delle quote in mano al mercato, aumenterebbero anche le pressioni per scelte industriali orientate anzitutto a far crescere il valore delle azioni, a scapito – com’è già avvenuto nel recente passato di Poste e in altre partecipate statali – di lavoratori e cittadini. Insomma: maggiore la quota ceduta al mercato, minore il ruolo pubblico dell’azienda.

In più, una cessione ingente di quote attirerebbe l’appetito di Fondi d’investimento, o soggetti simili, che non iniettano mai risorse nelle aziende senza essersi prima assicurati un potere decisionale su di esse. La domanda che ci poniamo è: da un soggetto finanziario del genere possiamo aspettarci che abbia a cuore il ruolo pubblico di Poste?

Ecco perché come Slc-Cgil lottiamo affinché il governo non svenda al mercato ulteriori quote di Poste Italiane in suo possesso e tuteli, invece, la governance pubblica dell’azienda, nell’interesse comune di lavoratori, cittadini e sviluppo industriale del Paese.

#teniamociposte

SLC CGIL Poste: Inevitabile un percorso di conflittualità per dire “No alla privatizzazione di Poste Italiane”.

SLC CGIL Lombardia è convinta che con la privatizzazione di ulteriori quote di capitale di Poste Italiane il principio del servizio sociale e universalistico finirebbe con l’essere piegato alle mere logiche del profitto e col portare con sé il taglio di migliaia di posti di lavoro.

Le prime a saltare sarebbero le attività poco redditizie, gli uffici postali nei piccoli Comuni e il recapito nei   piccoli centri a discapito della clientela.

La privatizzazione ha il duplice fine di fare cassa senza alcuna logica di prospettiva e senza alcuna idea di sviluppo industriale e di recuperare qualche miliardo di euro per lenire il debito pubblico.

A fronte di poco più di 3 miliardi da incassare a breve, Il Governo regala alle solite oligarchie economiche e finanziarie i cospicui dividendi degli anni a venire, senza tener conto del ruolo sociale svolto da Poste sull’intero territorio nazionale pur avendone fatto nella scorsa campagna elettorale un cavallo di battaglia con un perentorio: “no alla privatizzazione di Poste Italiane”.

È quindi indispensabile – sostiene Massimo Casucci Coordinatore SLC CGIL Lombardia – che Il Governo si confronti con i Sindacati e dimostri il dovuto rispetto per le lavoratrici ed i lavoratori, che rappresentano un patrimonio di professionalità irrinunciabile per l’Azienda e sui quali sono gravati negli anni enormi sacrifici tesi al recupero dell’efficientamento dell’Azienda.

Per questi motivi – sostiene Casucci – non siamo più disposti a costringere i lavoratori ad ulteriori sacrifici e metteremo in campo iniziative di protesta sempre più coinvolgenti per impedire la svendita di un’Azienda pubblica strategica per il Paese che, oltre a produrre utili, eroga servizi essenziali ai cittadini anche nei luoghi più remoti e che tale deve rimanere a tutela dei cittadini e di chi vi presta la propria attività lavorativa.

Massimo Casucci

Coordinatore Regionale SLC CGIL Lombardia