SLC CGIL Telecomunicazioni: TSD, FACCIAMO IL PUNTO…

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Sembra un titolo legato alle prossime ferie estive, nel caso di Tsd, amaramente, le Segreterie Nazionali SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL congiuntamente con le RSU sono obbligate a fare il punto tra di loro e con i lavoratori tutti per fare una valutazione sullo stato dell’arte aziendale, a distanza di quasi un anno dall’acquisizione dell’affitto di ramo da Tim e, a distanza di sei mesi dall’ulteriore ingresso delle risorse operative sui cantieri Telco appartenenti ad altre società del Gruppo.

Tutti gli argomenti in campo sono degni di nota, ma partiamo da quelli che toccano la parte economica dei lavoratori, ovvero stipendi e dintorni. Ci riferiamo in particolar modo agli ultimi accadimenti che hanno visto forti ritardi generali nel pagamento dello stipendio di giugno e nel momento in cui scriviamo alcuni lavoratori risultano ancora scoperti, anche se sembra ormai prossimo il pagamento. Il salario è ciò che serve ad un lavoratore per vivere, non è certo un optional aggiuntivo della vita quotidiana, dichiarare sciopero a favore di chi non riceve lo stipendio, va sempre ben valutato perché grava sulle spalle degli stessi che sono senza salario. Nell’auspicare che non si ripetano mai più tali accadimenti, chiediamo che con la liquidità aziendale a disposizione, la prossima volta si paghi tutti anche se non con l’intero stipendio, per poi conguagliare il resto non appena possibile. Il tema stipendi è stato costellato sin dall’inizio del percorso di Tsd, da alti e bassi legati agli accrediti che pareva avessero trovato la loro giusta collocazione, frutto anche dell’accordo di secondo livello che ha permesso uno spostamento del pagamento attraverso una gradualità al 20 del mese successivo. Nonostante questa modalità, il mese di giugno ha riproposto una questione di evidente difficoltà economica aziendale ripresentando il tema degli stipendi e senza che l’azienda abbia comunicato direttamente ai lavoratori tale difficoltà. Per quanto riguarda l’applicazione dei contratti integrativi ad oggi in essere, riscontriamo più per errate interpretazioni dei responsabili di cantiere che per volontà aziendale generale, una mancata erogazione dei buoni pasto, nonostante l’accordo sottoscritto, un riconoscimento delle trasferte non sempre in linea con i dettami scritti nei vari accordi, temi economici aggiuntivi ma importanti al pari dello stipendio base, sui quali siamo sempre dietro ad inseguire. Inseguimenti a volte lunghi anche per un altro problema esistente in tutta Tsd, ovvero la mancanza di comunicazione tra le Rsu nei vari cantieri e la gestione risorse umane dell’azienda, aspetto che segnaliamo con forza in quanto non è possibile che alle Rsu non vengano date risposte alle loro istanze così da dover sempre ricorrere alle strutture sindacali territoriali e nazionali per forzare e ricevere una risposta. Ma è evidente che in un’azienda a rete sparsa oramai su tutto il territorio nazionale, la presenza delle Rsu serve a fare sì che i lavoratori abbiano nei cantieri, referenti sindacali in grado di occuparsi a pieno titolo delle relazioni industriali che gli competono, per cui l’attuale atteggiamento aziendale deve decisamente cambiare. Tema della sicurezza, argomento all’ordine del giorno sui media nazionali per i risvolti drammatici legati ai vari episodi che accadono nel mondo del lavoro. È recente l’incidente occorso purtroppo ad un lavoratore del territorio romano per il quale chiedemmo e rinnoviamo oggi la richiesta all’azienda di provvedere, da subito,a verificare in ogni cantiere la validità delle attrezzature; e a solo titolo di esempio citiamo imbragature con la certificazione scaduta, dpi scaduti e comunque riutilizzati, esplosimetri non idonei all’uso, scale non certificate e assenza di piedi stabilizzatori, automezzi in condizioni non di sicurezza e via di questo passo. Il tutto per rappresentare sotto questo versante una situazione preoccupante, che non dovrebbe mai esistere, a maggior ragione in un’azienda che oggi vuole farsi strada nel mondo degli appalti di rete anche attraverso possibili importanti acquisizioni. Non vorremmo che la fase di “costruzione” dell’azienda che sarà, stia avvenendo anche sulle spalle dei lavoratori, manifestandosi sotto il profilo della scarsa attenzione in materia di sicurezza e degli stipendi in ritardo. Sotto il fondamentale argomento della sicurezza, ribadiamo di nuovo a tutti i lavoratori di non utilizzare dotazioni e strumentazioni che non garantiscano la sicurezza sul lavoro, e di non operare in assenza di idonee dotazioni e strumenti atti a garantire la sicurezza e il rispetto alla mansione da svolgere. Le responsabilità in ambito sicurezza sono in capo all’azienda, i lavoratori hanno il diritto/dovere di lavorare in sicurezza e di rifiutarsi di lavorare quando questa viene meno. Per questo avranno sempre la tutela sindacale a garantire i loro diritti quotidiani, anche e soprattutto in questo ambito. Il tema sicurezza si lega alla condizione precaria di alcuni cantieri dove i lavoratori si trovano in condizione di forte disagio, situazioni che, se non risolte potrebbero sfociare in denunce presso gli enti preposti. Il materiale come, ad esempio, la fibra o le guaine per giunti in rame, spesso vengono meno e non c’è un sistematico approvvigionamento dei magazzini. Continuano a mancare strumentazioni diagnostiche fondamentali per lo svolgimento delle attività lavorative. Il lavoro in diversi cantieri sembra venire meno, da gennaio 2024 si sono perse svariate centrali importanti. Tutto questo determina una situazione di cantieri nei quali i lavoratori si sentono allo sbando più totale, l’esatto opposto di quello che con fatica chiediamo da tempo, ovvero una organizzazione del lavoro in grado di rispondere ad un modello organizzativo unico e non la totale anarchia con l’interpretazione personale su ogni cosa. Sono tanti gli argomenti, come il ritardo che si sta protraendo sull’armonizzazione della quale sono stati oggetto i lavoratori del ramo Telco ed altre situazioni pendenti non ancora sanate, in via di risoluzione ma purtroppo ancora non chiuse. Le Rsu hanno chiesto il motivo della nuova denominazione in busta paga quale “giuntista in fibra ottica” senza ricevere risposta, questo elemento per rimarcare il tema della mancata comunicazione tra l’azienda e le Rsu. 2 SLC FISTel UILCOM – UIL – CGIL – CISL Sindacato Lavoratori Comunicazione Federazione Informazione Spettacolo e Telecomunicazioni Unione Italiana Lavoratori della Comunicazione Lo stesso dicasi per i lavoratori che si occupano di apparati, in evidente stato di difficoltà legata al venir meno del loro lavoro e sul quale non abbiamo ad oggi visibilità sul futuro legato a questa specifica attività. Considerazioni finali. Come già detto a distanza di quasi un anno dalla creazione di Tsd e dal successivo ingresso in Tsd dei lavoratori del ramo Telco , registriamo una serie di avanzamenti come l’aver realizzato un contratto di secondo livello per chi non l’aveva, ed anche un primo tentativo di mettere ordine nei vari cantieri; qualcosa effettivamente si è fatto ma ad un certo punto, a fronte degli affidamenti per il futuro stiamo vedendo un’azienda che invece pare stia tirando a sopravvivere nell’attesa del futuro che verrà e nel frattempo registriamo i problemi che abbiamo evidenziato nel comunicato. Siamo consapevoli che il mondo degli appalti di rete sia in piena evoluzione con una ridda di attori pronti ad entrare in campo per potersi accaparrare fette più o meno grandi di quanto in termini economici il Pnrr distribuirà sotto forma di miliardi di euro per realizzare l’infrastruttura di fibra del Paese. Una partita talmente enorme con interessi in gioco altissimi. Situazione nota, come nota è la più sciagurata operazione mai avvenuta a livello internazionale, dove l’ex monopolista si è venduta il gioiello di famiglia ovvero la rete, creando un operatore wholesale di rete le cui ricadute sono ancora tutte da vedere. Ma questo non giustifica minimamente la situazione nella quale versa Tsd sotto gli aspetti sopra denunciati. Chiediamo con forza all’azienda un immediato impegno nel risolverli, perché non possono essere i lavoratori a pagare oggi il prezzo di una situazione pregressa complessa, e nemmeno dei futuri sviluppi, per quanto possano essere importanti e forse anche fondamentali, di Tsd. L’azienda deve comunicarci in tempi più celeri possibili, quelle che sono le reali condizioni industriali, ed illustrarci qual è oggi, al netto delle operazioni possibili in corso, il piano industriale del prossimo periodo, sempre che questo oggettivamente ci sia. Il perdurare di questa condizione sarà affrontato dalle Organizzazioni Sindacali e dalle Rsu attraverso tutti gli strumenti di tutela che si potranno mettere in campo per rispondere ad uno stato dell’arte che necessita di modifiche, chiarimenti, risposte e per ultimo ma non meno importante, un urgente ripristino della comunicazione delle relazioni industriali territoriali. Roma, 1° agosto 2024

Le Segreterie Nazionali SLC-CGIL FISTel-CISL UILCOM-UIL

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